Dal punto di vista psicologico si considera il vaginismo come una reazione di paura condizionata che può diventare una fobia vera e propria legata all’idea della penetrazione e del dolore che si teme sia ad essa associato.
Frequentemente il dolore viene associato a penetrazioni immaginate o tentate, e non riuscite. La paura anticipatoria e il ricordo anche di un’unica esperienza negativa possono allora portare ad una risposta di allarme fisico e psichico alla sola idea della penetrazione.
La contrazione involontaria dei muscoli che circondano la vagina può contribuire all’incapacità di tollerare la penetrazione non solo da un punto di vista “meccanico”(muscolo elevatore dell’ano) e quindi fisico, ma anche psicologico.
La frustrazione psicologica della donna raggiunge livelli molto alti perché la paura della penetrazione si può estendere dal tampone vaginale più piccolo, all’esame del pap-test, alla visita ginecologica, alla penetrazione sessuale vera e propria, in questo caso poi il problema aumenta anche in senso emotivo, poiché si intensifica l’ansia relativa all’intimità sessuale, il senso di inadeguatezza, e la difficoltà a sentirsi una donna “normale” .
Altri fattori di rischio da un punto psicologico che possono contribuire all’insorgere del vaginismo
Sempre da un punto di vista psicologico ci sono poi alcuni fattori di rischio che possono contribuire all’insorgere del disturbo; ad esempio le personalità più fragili e con bassa autostima, o coloro che hanno avuto modelli di riferimento punitivi verso la sessualità, la paura di crescere o un severo ed esasperato senso del dovere che non permette di provare piacere, sono tutti elementi da prendere in considerazione quando si parla di vaginismo.
Un aiuto concreto alla risoluzione del disturbo sono: la psicoterapia, la riabilitazione fisioterapica e la terapia sessuologica
E’ per questo che la psicoterapia affiancata alla riabilitazione fisioterapica e alla terapia sessuologica può dare ottimi risultati nella risoluzione del quadro sintomatologico
Gli obiettivi terapeutici saranno poi i seguenti:
– favorire l’espressione sincera e profonda sul proprio stato d’animo;
– favorire la comprensione del concetto di cambiamento;
– modificare abitudini di vita, per ottenere uno stile di vita quotidiano di maggiore qualità;
– desensibilizzare le paure;
– imparare a riconoscere l’ansia per poi affrontarla e modularla;
– migliorare il rapporto con il proprio corpo imparando ad amarlo e a prendersene cura;
– imparare ad ascoltarsi lavorando sulle proprie emozioni;
– incrementare l’autostima e il senso di sicurezza personale;
– imparare ad affrontare e a gestire il senso di colpa nei confronti del partner;
– imparare a trattare il corpo con curiosità e amore;
– rivalutare l’importanza dello sguardo e delle carezze.
Psicoterapia individuale e di coppia
La psicoterapia individuale poi può estendersi ad una terapia di coppia soprattutto in quei casi in cui la paura che la donna prova all’idea della penetrazione, può generare ansia nell’uomo al punto da bloccarlo o dal causare un problema di erezione.
In una situazione di questo tipo il sostegno psicologico avrà l’obiettivo:
– di supportare la coppia nei momenti di sconforto e difficoltà;
– a riprendere fiducia;
– a riscoprirsi ritrovando gesti intimi dimenticati o abbandonati per la frustrazione e il dolore.