“Nel primo trimestre di gravidanza, spiega la biologa nutrizionista del centro B-Woman Giulia Raponi, la composizione microbica intestinale è simile a quella delle donne sane e non incinte. Tuttavia, dal primo al terzo trimestre, la composizione del microbiota intestinale cambia radicalmente. Questi cambiamenti sono caratterizzati da una maggiore abbondanza di membri dei phyla Actinobacteria e Proteobacteria, nonché da una riduzione della ricchezza individuale.
Inoltre, i livelli di Faecalibacterium, un batterio produttore di butirrato con attività antinfiammatoria, che è ridotto nei pazienti con sindrome metabolica, sono significativamente ridotti nel terzo trimestre di gravidanza”.
“Uno studio in cui i probiotici sono stati somministrati a donne incinte 14 giorni prima del cesareo – spiega la Dr.ssa Raponi – ha rivelato una modulazione del microbiota infantile, il che implica un effetto materno precoce sul microbiota della prole (Rautava et al., 2012a).
Inoltre, è stato ipotizzato che l’esposizione microbica durante la gravidanza possa essere di grande importanza per prevenire le malattie allergiche nella prole”.
“In gravidanza quindi, conclude la Dottoressa, si può lavorare in maniera mirata con il fine di favorire il corretto equilibrio del microbiota intestinale che sempre più studi dimostrano essere cruciale per la prevenzione delle infezioni vaginali, che possono aumentare il rischio di rottura prematura/pretermine delle membrane (prom e pprom) e mettere a rischio la salute della mamma e del nascituro”.
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