In questo articolo, Martina Deleuse, biologa nutrizionista del centro B-Woman, ci spiega qual è il ruolo dell’alimentazione durante la fase di stimolazione ovarica all’interno di un percorso di procreazione medicalmente assistita (PMA).
Seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, è fondamentale durante tutti gli step di un percorso di PMA. Anzi, sarebbe ideale per le pazienti, iniziare a seguire un regime alimentare personalizzato a partire da almeno 3 mesi prima della data presunta del prelievo ovocitario (pick-up).
Tre mesi infatti, rappresentano il tempo medio che una cellula uovo impiega a maturare e ad essere quindi pronta ad essere ovulata e fecondata.
A cosa serve la stimolazione ovarica durante un trattamento di fecondazione in vitro?
Durante un percorso di fecondazione in vitro la paziente va incontro a stimolazione ovarica in due fasi del trattamento, prima del Pick-up e prima del transfer embrionale.
– Prima del Pick up: lo scopo di questa prima fase di stimolazione ormonale ha come bersaglio principale le ovaie al fine di indurre una “super-ovulazione” e di far quindi maturare quante più cellule uovo possibili e renderle disponibili al prelievo da parte del ginecologo.
Non conta solo il numero delle uova prelevate, ma anche e soprattutto la loro qualità che renderà poi possibile la corretta fecondazione da parte dello spermatozoo. Lo scopo della nutrizione preparata in modo personalizzato per la paziente in questa fase sarà quella di avere un forte potere antiossidante che supporterà il corretto sviluppo follicolare.
– Prima del Transfer embrionale: in questa fase il bersaglio principale della stimolazione è l’endometrio che dovrà essere preparato alla ricezione dell’embrione.
In questa fase lo stimolo che viene ricercato nella nutrizione preparata per la paziente è quello di scopo vascolarizzante e fortemente nutriente nei confronti dei tessuti al fine di supportare correttamente la crescita endometriale.
Il ruolo centrale del fegato
In entrambe le fasi di stimolazione ormonale un ruolo centrale è svolto dal fegato, organo deputato alle funzioni detox dell’organismo sia da sostanze nocive e di scarto quotidianamente prodotte dal nostro metabolismo sia da sostanze xenobiotiche, come per esempio i farmaci usati in corso di stimolazione ormonale. Questo il motivo per cui la paziente in trattamento di stimolazione ormonale potrebbe riscontrare un innalzamento delle transaminasi epatiche.
La nutrizione in PMA come alleato per le funzioni epatiche
Il ruolo centrale della nutrizione nelle pazienti in trattamento PMA, sia in fase di stimolazione ovarica sia in fase di preparazione endometriale sarà quindi quello di supportare tutte le funzioni epatiche fornendo il giusto stimolo organico con le giuste scelte alimentari, le giuste associazioni tra alimenti e le giuste modalità di cottura.
Questo permetterà alla paziente non solo di non avere un rialzo delle transaminasi, ma anche una miglior risposta alla stimolazione ormonale e un miglior smaltimento dei farmaci stessi.
Il ruolo di centralina metabolica svolto dal fegato risulta inoltre bersaglio centrale del piano nutrizionale preparato per la paziente nel periodo di stimolazione ovarica al fine di garantire alla donna un corretto transito intestinale, ridotto senso gonfiore e costipazione, riduzione del senso di nausea e stanchezza.
Quali alimenti evitare e quali prediligere durante la stimolazione ovarica
Andranno evitati in questo periodo del percorso tutti gli alimenti processati, alimenti confezionati e junk food. Sarà sconsigliato un eccessivo consumo di carne rossa e bianca non biologica, di pesce azzurro di grande taglia e da allevamento intensivo.
Anche il consumo di formaggi andrà fortemente limitato. Non da ultimo saranno sconsigliate modalità di cottura che appesantiscano gli alimenti e che non supporteranno correttamente la funzione epatica.
Saranno quindi da prediligere alimenti di alta qualità, freschi e di stagione. Questo permetterà, sia alla donna sia alla coppia, di vivere con maggiore serenità questo delicato momento.