Durante il mese della consapevolezza dell’endometriosi, è importante capire che impatto abbia il dolore che provoca questa patologia, sul vissuto emotivo del “noi di coppia”.
L’endometriosi è una condizione clinica ginecologica cronica e complessa, che si manifesta con la presenza anomala di tessuto endometriale (che riveste la superficie interna dell’utero) al di fuori della cavità uterina, in organi quali ovaie, peritoneo, tube, vagina, intestino, provocando forte dolore pelvico, mestruale e durante i rapporti sessuali, oltre a sanguinamenti interni, infiammazioni croniche, aderenze ed infertilità.
“Tale patologia, che può presentarsi in modi differenti e con diversi livelli di gravità, può risultare fortemente invalidante per le donne che ne sono affette, spiega Federica Faustini psicologa e psicoterapeuta del centro B-Woman”.
“Spesso il carico di “dolore” dell’endometriosi – specifica l’esperta – si ripercuote sulla relazione di coppia. La mancanza di comunicazione riguardo alla riduzione del desiderio sessuale o il dolore durante il rapporto sessuale, per esempio, continua la psicologa, sono solo alcuni degli aspetti che possono creare problemi nella relazione. Molte donne, infatti, che provano dolore durante o dopo il rapporto sessuale cercano di evitarlo, sentendosi però in colpa nei confronti del partner. Mentre altre semplicemente “vanno avanti” nonostante il dolore perché desiderano una gravidanza, o temono che il loro partner possa sentirsi rifiutato o che possa addirittura lasciarle. Inoltre, non riuscire a rimanere incinta spesso ne aumenta il peso”.
“Di contro, invece, sottolinea la Dr.ssa Faustini, se analizziamo la figura del partner, è facile sentirsi un pò rifiutati o insoddisfatti, soprattutto, soprattutto quando l’uomo non è un alleato, bensì l’ennesima persona che minimizza il dolore, o che lo squalifica come fenomeno che “è solo nella tua testa”. Oppure esserne a conoscenza, può ledere l’intimità della coppia perché “un uomo che ama la propria donna non vuole causarle dolore”. Per questo motivo – continua la dottoressa – molti partner si astengono dalla penetrazione e da qualsiasi forma di intimità. Questa astinenza protratta, diventa causa di tensioni familiari, irritazione, aggressività (specialmente se la diagnosi non è ancora stata fatta) periodi che possono durare mesi o addirittura anni”.
Cosa fare dunque?
“L’endometriosi – precisa la Dr.ssa Faustini – è una malattia che entrambi i partner devono affrontare insieme, con reciproca comprensione per le rispettive situazioni. Il trattamento può aiutare ad alleviare i sintomi dell’endometriosi. Ma il trattamento può anche essere di per sé angosciante. Le donne trovano utile che il loro partner le prenda sul serio e capisca quanto questa patologia influenzi la loro vita. Ma dall’altra parte, è normale che, se anche gli uomini non sono direttamente colpiti dai sintomi, probabilmente dovranno condividere il peso degli effetti che hanno nella loro vita insieme”.
“Quindi – continua l’esperto – ecco alcune domande importanti, che ogni donna può porsi:
•in quali posizioni non sento dolore?
•Che cosa mi dà piacere e mi fa stare bene?
Le risposte possono poi essere condivise con il partner, perché l’endometriosi, come abbiamo detto, riguarda la coppia e si affronta nella coppia. La sessualità è multidimensionale, complessa: implica intimità, affettività e, in generale, il piacere di stare insieme al di là dello standard penetrativo. È importante, però, non ignorare i propri problemi e sentimenti. Gli uomini spesso evitano di parlare di queste cose, perché temono che ciò possa causare ulteriore angoscia alla loro partner. Fondamentale, dunque, è prendersi cura l’uno dell’altra e cercare di modellare la vita di “coppia” in modo da concentrarsi anche sugli aspetti positivi e appaganti della relazione e non solo sulla patologia e le sue implicazioni”.
Conclusione
“Se però da sola la “coppia” non riuscisse a risolvere i propri problemi, conclude la Dr.ssa Faustini, diventa fondamentale l’aiuto psicologico. In questo caso l’obiettivo sarà quello di favorire una migliore comunicazione da parte della donna e una cura degli stati emotivi di sconforto ed incomprensione, con lo scopo finale di evitare condizioni di chiusura ed isolamento e ripristinare l’importanza del “noi di coppia”.