Le tecniche di fecondazione assistita hanno indubbiamente contribuito ad una grande trasformazione del nostro tradizionale concetto di famiglia aprendo la porta a nuove costellazioni genitoriali; tra queste la donazione di gameti.
Questa tecnica rappresenta un’opportunità per tutte quelle coppie che decidono di accettare l’atto del dono per poter avere un bambino. È importante che questa scelta avvenga all’interno di un percorso, questo perché la fecondazione eterologa non cura le ferite emotive dell’infertilità, ma rappresenta un percorso alternativo che può aiutare la coppia a soddisfare il desiderio di genitorialità seppur in modo diverso.
Come capire se la fecondazione eterologa è il percorso giusto per noi?
Molti arrivano a questo bivio dopo anni estenuanti di tentativi improduttivi e per questo dolorosi, è quindi molto importante prendersi tutto il tempo necessario per potersi lasciare alle spalle il percorso precedente, questo significa che la coppia si dia la possibilità di affrontare eventuali irrisolti.
✔️ Cosa accadrebbe infatti se un partner si fosse sentito escluso durante il trattamento senza mai verbalizzarlo?
✔️ Se uno dei due non si sentisse realmente a proprio agio con la fecondazione eterologa ma teme di dirlo?
✔️ Se un partner si fosse sentito poco sostenuto dall’altro durante il percorso o se uno dei due non fosse ancora riuscito a elaborare il vissuto di inadeguatezza legato alla propria infertilità?
Ciascuno di questi scenari andrebbe ad interferire con la possibilità di una scelta concettualmente ed emotivamente consapevole e aderente ai bisogni personali ed emotivi di quella coppia.
I consigli
Primo aspetto da considerare: darsi tempo per poter risolvere e superare le implicazioni psicologiche del percorso precedente, è quindi un aspetto fondamentale.
Secondo aspetto: è interrogarsi su ciò che per quella coppia significa essere genitori, aprirsi alla donazione di gameti implica aver maturato a livello personale, familiare e relazionale l’idea di una genitorialità che non dipenda da legami biologici, ma da un rapporto di amore, apertura e rispetto e che accettare la mancanza del legame genetico da parte di uno dei genitori e talvolta di entrambi, significa essere consapevoli che quell’assenza non renderà la genitorialità più fragile, ma diversa, dove diverso non significa peggiore o migliore.
Acquisire fiducia in questa scelta chiaramente non è un passaggio semplice, ne tantomeno immediato.
Diventare genitori di per se è un processo complesso influenzato dalla nostra storia, dalle nostre famiglie e dalla nostra società, diventarlo con la donazione di gameti lo rende ancora più complesso, perché aggiunge ulteriori sfide sollevando dubbi, domande e paure e questo è assolutamente normale e comprensibile.
Il primo passo allora consiste nell’accoglierle e nel comprendere il significato che ciascuna di queste ha per quella coppia, questo lo si può fare ad esempio attraverso il confronto con chi sta maturando la stessa decisione o con chi ha già vissuto questa esperienza ed è diventata genitore, oppure all’interno di un percorso di accompagnamento psicologico con chi è esperto in questo campo.
FIGLI GRAZIE A UN DONO
A tal fine, le psicologhe del centro B-Woman hanno organizzato dei gruppi di sostegno con l’obiettivo di offrire uno spazio di condivisione, di confronto e di analisi su domande, dubbi, preoccupazioni ed eventuali resistenze che la coppia può vivere nel momento in cui sta considerando la possibilità di affrontare un percorso con donazione di gameti. Lo spazio del gruppo e la mediazione delle terapeute, avrà come fine quello di aiutare ciascuna coppia ad arrivare alla propria scelta in modo consapevole e sereno.
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