Nel lettino o nel lettone con mamma e papà? ecco cosa dicono le recenti ricerche scientifiche
Dal metodo Ferber a quello Estivill dagli anni ’70 in poi abbiamo assistito ad una filosofia incentrata sulla necessità di abituare i bambini già a tre mesi e a volte anche prima, a dormire da soli promuovendone in questo modo l’autonomia e l’indipendenza.
Negli ultimi dieci anni si è invece creata un’inversione di rotta a favore della condivisione del letto con i propri bambini.
Secondo questi studi il Cosleeping:
– aiuta i bambini a regolare la frequenza cardiaca e respiratoria, la temperatura corporea, la digestione ed il tasso di crescita; favorisce l’allattamento e di conseguenza aumentando l’ossitocina, aumenterebbe anche lo stato di calma e rilassatezza sia nelle mamme che nei bambini (McKenna, 2005);
– aumenta la quantità di sonno totale nelle mamme e anche se i risvegli sono più frequenti, sono di minor durata rispetto a chi deve alzarsi per andare in camera dal bambino (McKenna,2006);
– riduce nel bambini la produzione del cortisolo, ormone dello stress (Sunderland,2006);
– non crea effetti collaterali nei bambini. A cinque anni, il loro sviluppo cognitivo e comportamentale è equiparabile a quello dei bambini che hanno sempre dormito da soli, cosi come la loro capacità di autonomia (Hale,2011);
– aumenta il rischio di SIDS solo in casi in cui le madri siano fumatrici, sottoposte a terapia sedativa, abbiano problemi di obesità, o se dormono insieme con il bambino sul divano o in poltrona.
Per ridurre ulteriormente questo rischio, l’associazione pediatrica americana raccomanda comunque per almeno i primi sei mesi, la condivisione del bambino nella stessa stanza dei genitori e non nello stesso letto (AAP, 2016
Consiglio B-Woman
A prescindere da quanto suggerito dalla letteratura, è importante che ogni famiglia scelga in maniera spontanea ciò che reputa più giusto fare e questo a seconda dei propri bisogni, delle proprie esigenze, del proprio stile di accudimento e del momento che sta attraversando.
Non esiste una regola universale e spesso fornire e seguire schemi fissi in modo rigido si rivela controproducente