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Su Tg2 Medicina 33 un interessante servizio sulla situazione della Pma legata all’emergenza Covid-19, con un’intervista alla nostra psicoterapeuta Valentina Berruti, che spiega come le coppie che affrontano la procreazione medicalmente assistita, in questo momento, possano essere prese da ansia e preoccupazioni.

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Nutrizione e fertilità: quanto l’alimentazione influisce sulla capacità riproduttiva, sia quando si cerca una gravidanza naturalmente, sia quando si ricorre alla fecondazione assistita? E’ il tema dell’intervista rilasciata dalla dottoressa Gemma Fabozzi, embriologa, nutrizionista e responsabile del centro B-Woman di Roma, a Medikeatv. Un colloquio con la giornalista Irma D’aria in cui sono stati approfonditi aspetti come il consumo di grassi e zuccheri, gli alimenti da prediligere durante la ricerca del concepimento, anche nel corso delle varie fasi di un trattamento di Pma, gli errori da evitare a tavola.

 

 

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Vi riportiamo l’intervista alla Dr.ssa Gemma Fabozzi pubblicata su DF23 MAGAZINE: “L’importanza dell’alimentazione per la fertilità”

L’importanza dell’alimentazione per la fertilità. Intervista alla Dott. Gemma Fabozzi

Sia che una donna stia cercando una gravidanza da pochi mesi, sia che stia intraprendendo un percorso di fecondazione assistita, il ruolo dell’alimentazione sulla fertilità è un tema di cui si parla ancora troppo poco, ma una importante mole di evidenze scientifiche sostiene l’importanza di questo legame. Per approfondire il tema abbiamo intervistato la Dott.ssa Gemma Fabozzi.

In che modo la dieta e la fertilità sono legate?

Aumenta ogni giorno la letteratura scientifica che dimostra quanto l’alimentazione possa influire sul tempo necessario al raggiungimento della gravidanza, sia in modo naturale che mediante procreazione medicalmente assistita (PMA). Per quanto riguarda la fertilità in generale, è stato riportato che l’alimentazione può diminuire il rischio d’infertilità dovuta a problematiche ovulatorie. È emersa anche una correlazione tra dieta mediterranea e fertilità: le donne che adottano questo tipo di alimentazione hanno infatti meno difficoltà a rimanere incinte, mentre coloro che mangiano più di frequente cibi spazzatura, il classico ‘junk food’  e poca frutta e verdura, impiegano mediamente un periodo più lungo più lungo per diventare mamme. Per fare un esempio pratico, sempre riferendosi alla produzione scientifica, diversi studi hanno sottolineato il ruolo chiave del pesce per l’ottenimento di una gravidanza, in particolare se contenente grassi polinsaturi omega-3. Uno studio ha dimostrato che le coppie in cui entrambi i partner consumano più pesce hanno una fertilità maggiore del 61% e un’incidenza dell’infertilità inferiore del 13% rispetto alle coppie che consumano meno pesce. Un altro aspetto importante sembra essere rappresentato dall’omeostasi del glucosio e della sensibilità all’insulina. È stato ampiamente documentato, infatti, che un eccesso di zuccheri interferisce con la funzione ovarica nelle donne e con la produzione ovarica di androgeni, confermando il loro ruolo degli zuccheri nella patogenesi della sub-fertilità, in particolare nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico.

Come influisce la dieta in un percorso di PMA?
Un tema ancora più delicato e degno di attenzione da parte degli specialisti è quello dell’alimentazione durante un percorso di fecondazione assistita: sempre più studi confermano il suo ruolo importante per l’ottenimento di una gravidanza. È stato riportato, infatti, che anche in questo caso una dieta di tipo mediterraneo (ricca di verdure e oli vegetali, pesce e legumi, con una bassa assunzione di cibi industriali) prima e durante un percorso di fecondazione assistita è associata ad una maggiore probabilità di gravidanza, correlazione che invece non sembra esserci con una dieta ‘salutare’, con alimenti poco processati (es. frutta, verdura, legumi, cereali integrali e pesce, bassa assunzione di cibi industriali e carne) ma comunque non di tipo ‘mediterraneo’: un’evidenza che mette così in luce il ruolo chiave dell’olio extravergine d’oliva, uno degli alimenti cardine della nostra dieta, per la fertilità.
Quale dovrebbe essere la dieta di una donna alla ricerca di una gravidanza mediante fecondazione assistita?
Sarebbe molto importante che i centri di fecondazione assistita mettessero a disposizione, una consulenza nutrizionale o una prima visita mirata all’analisi della storia della paziente e del suo stile di vita, analizzando le sue abitudini alimentari e considerando le sue problematiche specifiche correlate all’infertilità quali endometriosi, sindrome dell’ovaio policistico o altro, e fornendole linee guida o piani specifici per la propria situazione. Una volta effettuato l’inquadramento della paziente attraverso la prima visita, si possono elaborare piani specifici per accompagnare la donna durante le varie fasi della fecondazione assistita, con piani settimanali personalizzati, specifici per le varie fasi della fecondazione assistita.
Quali sono e come cambia l’alimentazione delle varie fasi di un ciclo di PMA?
La prima fase è quella pre-trattamento: il regime alimentare viene finalizzato alla detossificazione e al riequilibrio dell’organismo con l’obiettivo di fornire protezione antiossidante, ripristinare il microambiente intestinale, mantenere l’equilibrio ormonale, supportare il sistema immunitario, ridurre gli stati infiammatori, gestire l’equilibrio glicemico e l’equilibrio acido-base. In questo caso il periodo ‘finestra’ entro il quale è meglio agire è di 3 mesi prima del prelievo ovocitario, e di un mese prima del transfer embrionale.
La seconda fase è proprio quella della stimolazione ormonale e del pick-up: viene elaborato un piano nutrizionale specifico per la durata della stimolazione di circa 12-14 giorni, volto al sostegno della crescita dei follicoli, aiutando a prevenire o minimizzare gli eventuali disturbi quali gonfiore, stanchezza, ritenzione idrica e mal di testa che potrebbero presentarsi nel corso del trattamento. La terza fase è quella del post-pick up: il piano nutrizionale specifico per il periodo successivo alla stimolazione e mira a ripristinare la condizione fisiologica dell’organismo a seguito della stimolazione ormonale. La quarta fase è quella del transfer embrionale, durante la quale l’alimentazione viene modulata ad hoc per la durata della preparazione al trasferimento dell’embrione in utero; volta al sostegno della crescita endometriale, del microcircolo, antinfiammatorio e antiossidante. Infine, la quinta fase, quella post-embryo transfer: il piano nutrizionale in attesa del test di gravidanza (dosaggio ematico della beta hCG) per verificare l’esito del trattamento, mirato al sostegno dell’endometrio nella fase più delicata e cruciale per l’impianto dell’embrione, prevedendo già tutte le precauzioni necessarie per la donna in gravidanza.
Infine, cosa sbagliano più spesso le pazienti alla ricerca di una gravidanza, dal punto di vista della dieta?
Eliminare i grassi dalla loro tavola. È la regola che sempre più donne si impongono nel tentativo di tenere sotto controllo il peso corporeo. Ma una scelta del genere influisce moltissimo sulle chances di gravidanza e moltissime donne questo lo ignorano. Il consiglio che io do a tutte le aspiranti mamme è invece quello di assumere il 25-30% di grassi nella propria alimentazione: tutti i macronutrienti – carboidrati, proteine e grassi – svolgono un ruolo chiave nelle funzioni riproduttive, in particolare il glucosio e gli acidi grassi sono fondamentali non solo durate tutto il periodo di crescita dei follicoli, ma anche e soprattutto durante la sua maturazione finale e ovulazione. E’ stato dimostrato che concentrazioni di glucosio troppo alte o troppo basse possono provocare una ripresa precoce della maturazione nucleare  dell’ovocita, una alterata maturazione citoplasmatica e delle cellule del cumulo che lo circondano ed è per questo che la dieta dell’aspirante mamma dovrà apportare sia la giusta quantità di zuccheri, che non sia né troppa né troppo poca, che la giusta quantità e qualità di grassi, utilizzati come fonte energetica durante la maturazione degli ovociti e per la sintesi degli ormoni.
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Quanto è importante l’alimentazione quando si è alla ricerca di un bimbo? Lo spiega in un’intervista a ‘La Stampa.it’ la dottoressa Gemma Fabozzi, embriologa, nutrizionista e responsabile del centro B-Woman di Roma: nell’articolo si approfondisce il tema dell’influenza della nostra dieta sulla fertilità, e si parla di come modulare al meglio le abitudini a tavola per aumentare le chance di rimanere incinta, senza rinunciare a nessun nutriente, grassi inclusi.

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Vi riportiamo l’intervista alla Dr.ssa Federica Faustini  – Psicologa e Psicoterapeuta del centro B-Woman – su Periodo Fertile

Il supporto psicologico per le coppie che ricorrono alla PMA

Il supporto psicologico dovrebbe essere messo a disposizione in ogni centro che si occupi di PMA e dovrebbe comprendere sia una consulenza psicologica che un percorso psicoterapico vero e proprio  sia esso individuale, di coppia o di gruppo.

supporto psicologico coppie PMA

L’infertilità rappresenta una crisi bio-psico-sociale a doppio impatto.  Un primo aspetto riguarda infatti il significato stesso della parola “essere infertili”.

Per molte donne la gravidanza e la maternità rappresentano una delle tappe fondamentali dello sviluppo che sono significativamente enfatizzate dalla nostra cultura e talvolta, gestire la pressione della società  e della famiglia, può rappresentare un compito impegnativo.

Inoltre quando una donna inizia a maturare dentro di sé, sia  l’idea, che  il desiderio di fare un bambino, si crea delle fantasie, delle immagini di come sarà, iniziando a raffigurarselo nella mente. Quando questo  desiderio rimane frustrato, insoddisfatto, perché interrotto dalla condizione di infertilità, si viene a creare un gap tra ciò che già esiste a livello mentale e ciò che non è reso possibile a livello biologico, trasmettendo alla donna la sensazione di un corpo che non funziona.

È pertanto la condizione stessa di infertilità che comporta importanti sintomi di stress, portando molte donne a viverla come insulto alla propria femminilità e autostima.

Anche per gli uomini, l’infertilità può avere un risvolto emotivo negativo, per alcuni può essere vissuto come un attacco alla propria mascolinità.

L’impatto del percorso PMA sulla coppia

La scelta di ricorrere alla fecondazione assistita rappresenta una scelta, ma non la scelta originaria, una soluzione, ma non necessariamente la soluzione certa.

Alcune donne arrivano in consultazione dal medico, portandosi dietro aspettative irrealistiche sui successi dei trattamenti, aspettandosi quindi un esito positivo perseguibile nel minor tempo possibile. È chiaro quindi che un eventuale insuccesso viene vissuto con ancor più frustrazione, delusione o scoraggiamento.

A questo si può aggiungere lo  stress e l’ ansia relativi ai trattamenti di fecondazione assistita come ad esempio  le iniezioni giornaliere, l’analisi del liquido seminale, i monitoraggi, e procedure chirurgiche/diagnostiche, l’attesa delle beta e soprattutto un eventuale risultato negativo che per alcune coppie  rappresenta simbolicamente un lutto da elaborare.

Ricordo che la modalità di gestire e reagire allo stress rappresenta uno dei fattori predittivi principali di drop-out, quindi di interruzione del trattamento.

Questo è il panorama globale , però è chiaro  che  non bisogna generalizzare.

Se prendiamo in considerazione i numeri:

  • il 70% dei pazienti si adatta bene al percorso di PMA;
  • del restante 30%
    • il 20% manifesta un adattamento disfunzionale al quale è opportuno fornire supporto  psicologico,
    • il 10% rientra in quei pazienti che  hanno condizioni patologiche pre-esistenti in  cui la PMA rappresenta un fattore scatenante, la punta dell’iceberg per intenderci.

L’importanza del supporto psicologico personalizzato

Il supporto psicologico dovrebbe essere messo a disposizione in ogni centro che si occupi di PMA e dovrebbe comprendere sia una consulenza psicologica che un percorso psicoterapico vero e proprio  sia esso individuale, di coppia o di gruppo.

Il trattamento elettivo deve essere personalizzato su quello specifico paziente o su quella specifica coppia nella loro individualità e  per questo dovrebbe essere proposto un supporto psicologico specifico a seconda della fase del trattamento.

Se  nella fase iniziale, quindi diagnostica, il supporto psicologico sarà orientato al fornire informazioni su quelle che potranno essere le implicazioni emotive  durante il trattamento:

  • si aiutano le coppie  ad identificare possibili fattori di stress associati alle procedure mediche,
  • si preparano le coppie ad accettare eventuali differenze di coppia nel modo di gestire ed affrontare i vari step  durante il trattamento
  • si aiutano le coppie a diventare consapevoli che un percorso di questo tipo esula dal loro controllo,
  • si aiutano le coppie ad imparare ad affidarsi allo staff medico.

In una fase più avanzata del trattamento il supporto  avrà un duplice taglio, contenitivo e psico-educativo:

  • contenitivo nell’affrontare tematiche  e preoccupazioni specifiche,
  • psico-educativo nell’impartire tecniche specifiche come il  rilassamento, mindfullnes,  gestione dell’ansia, tecniche di distrazione, o tecniche  comunicative di coppia che saranno spendibili in ogni fase del percorso a seconda delle esigenze personali.

Infine, dopo il trattamento, in caso di insuccesso, le coppie vengono chiamate a prendere una decisione su come proseguire, se iniziare un nuovo ciclo di trattamento o valutare la possibilità di terminare il percorso, se prendere in considerazione altre alternative come la fecondazione con donazione di gameti.

Tutto questo chiaramente a seconda di quanto viene prospettato dal medico di riferimento, anche in questo caso il supporto psicologico può essere utile  per facilitare il prendere in considerazione nuove prospettive e/o possibilità per il futuro.

Dott.ssa Federica Faustini, Psicologa e Psicoterapeuta del centro B-Woman per la salute della Donna

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Su Periodo Fertile.it la Dr.ssa Gemma Fabozzi spiega l’importanza dello “yoga preconcepimento” per chi è alla ricerca di una gravidanza.

Di seguito l’articolo pubblicato su Periodo Fertile.it  il 24 gennaio

Lo yoga preconcepimento per aumentare la fertilità

In collaborazione con B-Woman

Sempre più studi scientifici dimostrano come uno stile di vita inadeguato possa influire negativamente sul tempo necessario per il raggiungimento di una gravidanza , questo è dovuto principalmente  agli effetti negativi dello stress e dei ritmi troppo frenetici che ci ritroviamo a vivere ogni giorno e che vanno ad inficiare sul nostro  organismo.

Yoga preconcepimento

Lo Yoga sembra avere un ruolo chiave nel ritrovare il proprio equilibrio e nel  ripristinare le energie e la calma interiore,  condizioni necessarie durante la ricerca di una gravidanza.

E’ per tale motivo che il nostro Centro B-Woman, tra i vari corsi specifici rivolti a coloro che sono  alla ricerca di una gravidanza, propone un corso di yoga “pre-concepimento” creato su misura per le donne che desiderano un bambino.

Lo Yoga preconcepimento

Lo yoga pre-concepimento  utilizza una serie specifica di posizioni del Kundalini Yoga  che hanno un effetto positivo sulla salute riproduttiva.

Ogni posizione ha un effetto di sostegno e nutrimento sul sistema riproduttivo e sul sistema endocrino (responsabile della produzione degli ormoni) ed insegna tecniche di respirazione e rilassamento utili  per  gestire ansie e paure che si potrebbero presentare durante il percorso della ricerca della gravidanza (naturale o da fecondazione assistita), spesso emotivamente molto difficile.

Alcuni benefici dello yoga preconcepimento 

  • Aiuta a “ripristinare” il sistema endocrino, favorendo l’equilibrio ormonale.
  • Può aiutare a eliminare blocchi nelle aree riproduttive.
  • Aumenta la circolazione sanguigna verso il  sistema riproduttivo.
  • Sostiene il sistema immunitario
  • Favorisce la disintossicazione dell’organismo
  • Porta pace e vitalità nel percorso di ricerca della gravidanza.
  • Riduce lo stress.

Dott.ssa Gemma Fabozzi, Embriologa e Nutrizionista del centro B-Woman per la salute della Donna

Fonti:

Darbandi SDarbandi MKhorram Khorshid HRSadeghi MR. Yoga Can Improve Assisted Reproduction Technology Outcomes in Couples With Infertility. Altern Ther Health Med. 2018 Jul;24(4):50-55.

Oron GAllnutt ELackman TSokal-Arnon THolzer HTakefman J. A prospective study using Hatha Yoga for stress reduction among women waiting for IVF treatment. Reprod Biomed Online. 2015 May;30(5):542-8. doi: 10.1016/j.rbmo.2015.01.011. Epub 2015 Feb 3.

Kirca NPasinlioglu T. The effect of yoga on stress level in infertile women. Perspect Psychiatr Care. 2019 Apr;55(2):319-327. doi: 10.1111/ppc.12352. Epub 2019 Jan 18.

 

FONTE: Periodo Fertile.it 24 gennaio 2019

 

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