microbiota-1200x1200.jpg

Il Microbiota intestinale e il ruolo dell’alimentazione

Il microbiota intestinale, meglio conosciuto come flora intestinale, è l’insieme di tutti i microorganismi che popolano il nostro intestino (batteri, archeobatteri, virus e funghi) che, quando vivono in equilibrio tra loro, ossia in eubiosi, svolgono funzioni fondamentali per il mantenimento della nostra salute sia fisica che psichica, tanto da essere rinominato “secondo cervello”.

PERCHÉ È IMPORTANTE?

Il microbiota intestinale ha un ruolo chiave per il mantenimento del benessere psicofisico di un individuo. E’ stato dimostrato che l’intestino e il cervello s’influenzano reciprocamente, sia in senso positivo ma anche in senso negativo. Infatti, questi microorganismi non sono semplicemente deputati a “digerire” il cibo che ingeriamo, si tratta di cellule che sono in grado di trasmettere veri e propri segnali tra loro, esattamente come i neuroni, e di comunicare costantemente con quest’ultimi attraverso l’asse intestino-cervello. Ecco il motivo per il quale quando siamo nervosi o sotto stress la prima cosa che ne risente è la nostra pancia e viceversa, appena non stiamo bene con la pancia ne risente subito il nostro umore!

COSA PUÒ DANNEGGIARLO?

Il microbiota può essere danneggiato qualitativamente e/o quantitativamente, condizione nota con il nome di disbiosi intestinale, da vari fattori tra cui:

  • alimentazione sbagliata,
  • utilizzo frequente di farmaci,
  • terapie antibiotiche,
  • stress ed altri fattori esterni

QUALI POSSONO ESSERE I SINTOMI DI UNA DISBIOSI INTESTINALE?

  • Alitosi,
  • gonfiore addominale,
  • emicranie,
  • reflusso gastroesofageo,
  • stipsi
  • diarrea
  • meteorismo
  • affaticamento cronico

COSA PUO’ COMPORTARE UNA DISBIOSI INTESTINALE?

E’ stato dimostrato che alterazioni del microbiota, che prendono il nome di disbiosi, hanno un ruolo in disturbi di tipo endocrino e metabolico come la vaginosi batterica, la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), l’iperplasia endometriale, l’endometriosi, e in diverse patologie come l’obesità e diabete.

COSA POSSIAMO FARE PER RIPRISTINARE E MANTENERE IN EUBIOSI IL NOSTRO MICROAMBIENTE INTESTINALE?

Per riportare il nostro microambiente intestinale ad uno stato di eubiosi possiamo farlo impiegano probiotici e /o probiotici.

I probiotici sono veri e propri microrganismi viventi e attivi in grado di rafforzare e riportare ad una condizione di eubiosi il microambiente intestinale.

I prebiotici, invece,  sono sostanze contenute in alcuni cibi che promuovono la crescita della microflora batterica nel colon, si tratta dunque di sostanze di cui si alimentano i microrganismi. 

QUALI SONO LE FONTI ALIMENTARI DI PROBIOTICI E PREBIOTICI?

Probiotici: i probiotici derivano principalmente da cibi fermentati es. yogurt (intero!), kefir possibilmente fatti in casa, tè kombucha, crauti

Prebiotici: i prebiotici derivano soprattutto dalle fibre vegetali come l’inulina, es. Farina di frumento, banane, miele, germe di grano, aglio, cipolla, fagioli, porri, tarassaco

 

E RICORDA….CURARE LA PROPRIA ALIMENTAZIONE E, DUNQUE,  IL PROPRIO BENESSERE INTESTINALE, È IL PRIMO PASSO CURARE ANCHE IL PROPRIO BENESSERE PSICOFISICO!

 

Fonti bibliografiche

A.M. Goldstein, R.M.W. Hofstrab, A.J. Burns. Building a brain in the gut: development of the enteric nervous system. Clin Genet, vol.83(4), pp. 307–316, 2013

D.A. Drossman, M. Camilleri, E.A. Mayer, W.E. Whitehead. AGA Technical Review on Irritable Bowel Syndrome. Gastroenterology, vol.123, pp. 2108-31, 2002

López-Moreno and M. Aguilera Probiotics Dietary Supplementation for Modulating Endocrine and Fertility Microbiota Dysbiosis. Nutrients 2020, 12, 757; doi:10.3390/nu12030757

 

 

Le-nostre-storie-Rubrica-B-Woman-1-1200x1200.jpeg

5° storia: Un percorso PMA con donazione di gameti, fare una scelta consapevole

 

La storia di Stefano e Nicole

Rientravo nel caso di azoospermia incurabile, già la parola “caso” mi faceva rabbrividire.

Non mi  sarei mai aspettato che il problema potesse essere il mio, o quantomeno non mi ero mai posto un problema di questo tipo. Forse è una delle poche domande che non mi sono mai preoccupato di rivolgermi, non ci pensi, se non ti succede niente, se non hai malattie, se tutto ha sempre funzionato bene, perché dovresti pensare di essere sterile? È come non toccare un grasso alimentare per una vita intera per poi ritrovarsi con il diabete.

Ammetto di essere stato un privilegiato nella vita, ho sempre avuto accesi  facili e validi sostegni, vivere l’infertilità  per me ha rappresentato la messa in discussione di tutto, per la prima volta era stato privato di qualcosa che davo per scontato. Partivo dal presupposto che la paternità potesse essere mia se e quando l’avessi voluto, anzi forse il problema è sempre stato il contrario: il pericolo di diventare padre troppo presto. Solo con mia moglie Nicole ho deciso di non attuare forme di controllo non ne avevano mai parlato apertamente, ma sapevo che lei un figlio lo desiderava, e a me l’idea non dispiaceva. Iniziammo il trattamento e ogni ciclo che falliva alimentava la mia paura che il nostro matrimonio non si sarebbe più ripreso. Avevo paura, dopo sei tentativi di Icsi falliti e quando ci venne prospettata come unica opzione la fecondazione eterologa, la mia paura aumentò. Ebbi quarantanove giorni di pensieri totalmente contrastanti, non riuscivo a sciogliere il nodo della matassa, temevo la perdita della mia linea familiare,  temevo che non avrei sentito quel bambino mio,  temevo la reazione della mia famiglia, cattolica, rigidissima, e poi dall’altra parte c’erano diversi “pro”, l’esempio di amici e conoscenti che si erano riconosciuti come padri nel legame con i figli delle nuove compagne, ad esempio, inoltre, questo tipo di percorso sarebbe stato frutto di una decisione comune. Non mi diedi tutte le risposte, scelsi pensando a mia moglie, fu quella la spinta. Ci vollero due cicli prima che arrivasse Tommaso nella nostra vita. Non fu facile.  Scegliere di avere un bambino con la donazione di seme ti porta a dover convivere con sentimenti ambivalenti che non si bloccano nell’immediato, ma persistono durante tutto il percorso è un viaggio che contiene strade che possono comprendere il dolore, la sofferenza e le paure per noi stessi e per la nostra compagna, ti portano a interrogarti sulla tua identità in quanto uomo, ti ritrovi a confrontarti con un mondo nuovo e sconosciuto, con termini nuovi mai sentiti prima e per quanto tu possa affidarti completamente allo staff medico, devi accettare che le paure persistano ed è naturale, altrimenti non saremmo umani. Ma poi a un certo punto il tempo e la genitorialità lasciano tutto questo sullo sfondo.  Con la nascita di  mio figlio il ricordo dell’infertilità era sfumato.

I consigli

Quando una coppia  scopre che l’unico modo per ottenere una gravidanza è attraverso la donazione di gameti, si trova a dover affrontare ed elaborare due lutti, il primo per la perdita della fertilità, il secondo per la perdita del legame genetico con il bambino. Questo tipo di percorso, infatti, non rappresenta la soluzione di un problema, ma un’alternativa al problema che non è stato possibile risolvere attraverso la PMA.  Scegliere di avere un bambino con donazione di gameti, significa:

sostituire il desiderio di genitorialità al desiderio di riproduzione;

significa abbracciare l’idea che la genitorialità sia rappresentata dal legame relazionale e non da quello genetico.

Non esistono consigli o suggerimenti generici per le coppie che sono incerte  nell’intraprendere o meno questo viaggio, questo perché proprio il tipo di percorso genera dubbi, preoccupazioni, interrogativi che assumono un significato diverso, specifico e  personale  per ogni coppia.

Importante

Ciò che è certo è che debba rappresentare l’alternativa migliore per entrambi e non solo per uno dei due, cosi come è fondamentale non lasciarsi intimorire dal  fattore tempo, arrivando a prendere decisioni affrettate per paura che dopo sia troppo tardi. Decidere di percorrere la strada della fecondazione con donazione di gameti, significa concedersi un tempo e uno spazio, il tempo giusto per maturare questa scelta con consapevolezza e lo spazio adeguato per tirare fuori tutto ciò che si prova e per  poter  poi  analizzare ogni tipo di timore o resistenza: dalla paura di non sentire il bambino come proprio, al dispiacere di avere un  bambino che non ci somiglierà fisicamente, al ruolo dell’epigenetica e dell’attaccamento, al dubbio se rivelare o meno al bambino le sue origini.

Questo consentirà alla coppia di arrivare ad una scelta, qualsiasi essa sia,  in maniera più consapevole, più autentica e  più libera. 

cosleeping-consigli-B-Woman-1200x1200.jpg

Nel lettino o nel lettone con mamma e papà? ecco cosa dicono le recenti ricerche  scientifiche

Dal metodo Ferber a quello Estivill  dagli anni ’70  in poi  abbiamo assistito ad una filosofia incentrata sulla necessità di  abituare i bambini già a tre mesi e a volte anche prima, a dormire da soli promuovendone in questo modo l’autonomia e l’indipendenza.

Negli ultimi dieci anni si è invece creata un’inversione di rotta a favore della condivisione del letto con i propri bambini.

Secondo questi studi  il Cosleeping:

aiuta i bambini a regolare la frequenza cardiaca e respiratoria, la temperatura corporea, la digestione ed il tasso di crescita; favorisce l’allattamento e di conseguenza aumentando l’ossitocina, aumenterebbe anche lo stato di calma e rilassatezza sia nelle mamme che nei bambini (McKenna, 2005);

aumenta la quantità di sonno totale  nelle mamme e anche se i risvegli sono più frequenti, sono di minor durata rispetto a chi deve alzarsi per andare in camera dal bambino (McKenna,2006);

riduce nel bambini la produzione del cortisolo, ormone dello stress (Sunderland,2006);

non crea effetti collaterali nei bambini. A cinque anni, il loro sviluppo cognitivo e comportamentale è equiparabile a quello dei bambini che hanno sempre dormito da soli, cosi come la loro capacità di autonomia (Hale,2011);

aumenta il rischio di SIDS solo in casi in cui le madri siano fumatrici, sottoposte a terapia sedativa, abbiano problemi di obesità, o se  dormono insieme con il bambino sul divano o in poltrona.

Per ridurre ulteriormente questo rischio, l’associazione pediatrica americana raccomanda comunque per almeno i primi sei mesi, la condivisione del bambino nella stessa stanza dei genitori e non nello stesso letto (AAP, 2016

Consiglio B-Woman

A prescindere da quanto suggerito dalla letteratura, è importante   che ogni famiglia scelga   in maniera spontanea  ciò che reputa più giusto fare e questo a seconda dei propri bisogni,  delle proprie esigenze, del proprio stile di accudimento e del  momento che sta attraversando.

Non esiste una regola universale  e spesso fornire e seguire schemi fissi in modo rigido  si rivela controproducente

MAGGIO-1200x1200.jpg

Maggio: quali verdure e quale frutta comprare in questo mese?

Nel mese di maggio la primaverile è nel suo pieno splendore con giornate lunghe e soleggiate, con profumi e colori della natura che arricchiscono le nostre tavole di buonumore. È il periodo di fave e piselli freschi e patate novelle, ma anche di fragole buonissime, ciliegie e le prime albicocche.

Ecco i consigli B-Woman su quali verdure e frutta non possono mancare nel carrello della spesa di maggio

VERDURE E LEGUMI

Fave fresche, piselli freschi, patate novelle, asparagi, aglio fresco, agretti, bietole, cipolle rosse, melanzane, fagiolini, cetrioli, pomodori, broccolo, carote, Catalogna, cicoria, cipollotti, cime di rapa, crescione, erba cipollina, finocchio, ravanelli, zucchine, fiori di zucca, indivie, lattuga, lattughino, ortiche, porri, radicchio rosso, rafano, rucola, scalogno, sedano, scatola, spinaci, valeriana, ravanelli

FRUTTA

Albicocche, fragole, ciliegie, lamponi, mandorle, more, nespole, pesche, pompelmi, prugne, arance sanguinelle, kiwi, pere, mele

2-Torta-caprese--1200x1764.jpg

Torta caprese

Ingredienti

  • 200 gr di mandorle tritate
  • 200 gr di cioccolato fondente all’85%
  • 4 uova
  • 70 gr di zucchero di canna integrale
  • 2 cucchiai di crema di mandorle
  • 70 ml di olio di oliva

Separa gli albumi dai tuorli e montali a neve ben ferma. Nel frattempo, mescola i tuorli con lo zucchero per circa 10 minuti(il composto dovrà risultare cremoso simile ad uno zabaione) e fai sciogliere a bagnomaria il cioccolato. Unisci ai tuorli, il cioccolato, le mandorle, l’olio e la crema di mandorle. Mescola bene per amalgamare tutto e unisci infine gli albumi (lentamente dall’alto vs il basso per non smontare il composto). Imburra una teglia dal diametro di 20/22 cm e cuoci in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 40 Minuti. Se gradisci una volta sfornata spolvera la superficie di zucchero a velo.

2 Torta caprese 1
2 Torta Caprese 3
2 Torta caprese

Ricette ideate dalla nutrizionista  Gemma Fabozzi in collaborazione con Mara Soul Kitchen 

 

PMA-concedersi-un-momento-di-pausa-da-ansia-e-stress-B-Woman-JPG-1200x1200.jpg

PMA: Concedersi un momento di pausa da ansia e stress

Sia che stavate decidendo di intraprendere un percorso di PMA, sia che l’avevate già intrapreso e vi siete dovute fermare, vi sarà capitato di sperimentare un mix di emozioni tra cui ansia e stress.

Ecco qualche consiglio

l’ansia è la sorella maggiore della paura, è il pensiero che possa succedere qualcosa di negativo nel futuro, ma è un pensiero e il pensiero non può predire nessun futuro;

lo stress è alimentato dall’idea di dover affrontare troppe cose insieme e dalla sensazione di non riuscire a farle tutte: concentratevi su una cosa alla volta;

anche se in questo periodo non siete riuscite a fare tutto, ci saranno state alcune cose che avrete imparato a fare, cose nuove che non vi aspettavate da voi stesse: riconoscetevolo e gratificatevi per questo;

se avevate intrapreso un percorso di PMA e avete dovuto interrompere il trattamento, tenetevi aggiornate con il vostro centro. Seguite i loro social media, iscrivetevi alla loro newsletter e contattate il vostro medico senza remora per qualsiasi bisogno;

vi sarà capitato di non riuscire a distogliere il vostro pensiero dalla ricerca di un bambino e di voler tenere questo pensiero per voi senza desiderare di condividerlo, ecco un elenco di film che toccano il tema della Procreazione Medicalmente Assistita. I film sono un ottimo strumento terapeutico per stare in contatto con le proprie emozioni aiutandovi nello stesso tempo a rilassarvi: – Manuale d’amore 2 (Veronesi)Tutti i santi giorni (Virzì)I ragazzi stanno bene (Cholodenko)Due cuori e un provetta (Gordon)Baby Mama (Mccullers)I figli degli uomini (Cuaròn)

 

Covid19--1200x1200.jpeg

Covid-19, alimentazione e stili di vita: i fattori di rischio

“Fa che il Cibo sia la tua Medicina e che la Medicina sia il tuo Cibo” è ciò che diceva Ippocrate circa 2400 anni fa ma mai come ora sembra essere attuale.

Sempre più studi stanno confermando la correlazione tra stile di vita, alimentazione e la probabilità, una volta contratto il virus SARS-COV-II, di sviluppare la patologia correlata COVID-19.

Ma quali sono i fattori di rischio per il peggioramento del quadro clinico e la necessità eventuale di ventilazione assistita?

  • lpertensione nel 23,7% dei casi
  • Diabete (tipo I/II) nel 16,2% dei casi
  • Malattie coronariche nel 5-8% dei casi
  • Malattie cerebrovascolare nel 2-3% dei casi
  • Fumo (il 16,9% dei casi gravi ha dichiarato di aver fatto uso di tabacco rispetto all’11,8% dei casi meno gravi)
  • Obesità, che influisce negativamente sulla funzionalità polmonare e rende la ventilazione più difficile.

Dunque, esistono dei fattori che possono predisporre un individuo piuttosto che un altro all’insorgenza della patologia correlata COVID-19 e al peggioramento del quadro clinico.

Cosa è possibile fare?

Oltre ad utilizzare misure preventive e protettive nei confronti di questo virus quali:

  • corretta igiene personale;
  • continuo lavaggio delle mani;
  • distanza di sicurezza

E’ importante investire nel proprio stato di salute iniziando da:

  • corretta alimentazione;
  • giusta attività fisica

in quanto svolgono entrambe un ruolo chiave nella risposta immunitaria. Dipende proprio dal tipo di risposta che il nostro organismo mette in atto il tipo di reazione che potremmo avere in caso di infezione da SARS-COV-II.

Qual è il razionale?

Un’alimentazione sana ed equilibrata aiuta a:

  • ripristinare e mantenere il giusto Microbiota Intestinale, ossia l’insieme di microorganismi che colonizzano il nostro intestino, che ha un ruolo importantissimo nella modulazione del sistema immunitario e che si è visto essere fondamentale per prevenire allo sviluppo della polmonite da infezione batterica secondaria;
  • garantire i giusti macronutrienti, micronutrienti e fitonutrienti che forniscono gli antiossidanti e i nutrienti anti-infiammatori, tra cui beta-carotene, vitamina C, vitamina E, e composti polifenolici, che modulano le funzioni immunitarie, in particolare, la vitamina D per il suo noto ruolo nella regolazione della risposta antinfiammatoria.
  • Mantenere il giusto peso forma e prevenire il sovrappeso e obesità dato l’impatto dell’obesità sulla funzione polmonare. L’obesità, infatti, è associata ad una riduzione del volume della riserva espiratoria e della capacità funzionale del sistema respiratorio. Nei pazienti con aumento dell’obesità addominale, la funzione polmonare è ulteriormente compromessa dalla ridotta escursione diaframmatica, rendendo più difficile la ventilazione. Inoltre, un aumento delle citochine infiammatorie associate all’obesità può predisporre l’organismo all’infezione da parte di virus o batteri e contribuire all’aumento della morbilità associata all’obesità nelle infezioni COVID-19.

Fonti:

0-Torta-albumi-senza-zucchero-e-senza-glutin-1200x1200.jpg

Torta albumi senza zucchero e senza glutine

Ingredienti

  • 4 albumi
  • 200 gr di farina di grano saraceno
  • 150 gr di cioccolato fondente 85%
  • 2 banane mature
  • 1 bustina di lievito per dolci (in alternativa un cucchiaino di bicarbonato con qualche goccia di limone)
  • 120 gr di yogurt
  • 3 cucchiai di miele (se amate qualcosa di più dolce)
  • 60 ml di olio
  • 40 gr di datteri o uvetta o fichi secchi
  • mandorle per decorare (circa 40 gr)

Preparazione

Montate a neve ben ferma gli albumi con l’aiuto delle fruste elettriche. In una ciotola schiacciate le banane con lo yogurt e mescolate fino ad ottenere una crema. Aggiungete poi la farina, il lievito, i datteri a pezzetti, l’olio e metà del cioccolato tritato grossolanamente e infine il miele se ami un sapore più dolce. Mescolate bene il tutto, unite infine gli albumi montati a neve (dall’alto verso il basso per non smontare il composto).

Oliate una teglia da forno (io ho usato uno stampo quadrato ma in alternativa potete utilizzare uno stampo tondo dal diametro di 22/24 cm), versate il composto nello stampo livellando bene e cospargete la superficie con le mandorle e il cioccolato avanzato.

Cuocete in forno caldo pre-riscaldato a 180 gradi per circa 40/45 minuti, fate sempre la prova stecchino prima di sfornare la torta.

Ricette ideate dalla nutrizionista  Gemma Fabozzi in collaborazione con Mara Soul Kitchen 

Torta albumi senza zucchero e senza glutine

B-WOMAN Srl

Via dei Monti Parioli 6, 00197 Roma
PI e CF 14999761001
Pec: b-womansrl@legalmail.it
Mail: info@b-woman.it
www.b-woman.it

Tel: 06/92599080
Tel: 06/92599081
WhatsApp: 393-9259908

Orari

 Lun 09.30 – 18:00
 Mar 09.30 – 18:00
 Mer 09.30 – 18:00
 Gio 09.30 – 18:00
 Ven 09.30 – 13:30
 Sab – Dom Chiuso

Lavora con noi

B-woman cerca nuove figure professionali da inserire nel proprio team su ROMA – MILANO – TORINO

Inviare il proprio CV alla mail
collaboratori@b-woman.it

Copyright B-Woman 2022. All rights reserved.