L’impatto psicologico della donazione di gameti come tabù sociale, è il tema discusso oggi dalla Dr.ssa Valentina Berruti, psicologa e psicoterapeuta esperta in PMA del centro B-Woman, durante l’evento “Funzione sociale e medica della fecondazione assistita di tipo eterologo”, che si è tenuto oggi 29 aprile, presso la Camera dei Deputati.
Programma in PDF “Funzione sociale e medica della fecondazione assistita di tipo eterologo”, presso la Camera dei Deputati, mercoledì 29 giugno
Federica Faustini e Valentina Berruti, psicologhe e psicoterapeute del centro B-Woman, terranno lunedì 11 luglio dalle 18.30 alle 19.30 un incontro su Zoom gratuito in collaborazione con il Centro GeneraLife di Milano per capire quando, come e perché c’è bisogno di un supporto psicologico nei percorsi di Procreazione Medicalmente Assistita.
Il webinar sarà moderato da Stefania Tosca, Patient Care GeneraLife Milano.
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Da giovedì 30 giugno il servizio di nutrizione B-Woman sarà presente anche nel centro GeneraLife Umbria, Via Papa Paolo VI, 2 – 06019 Umbertide (PG).
Ad accogliervi ci sarà la biologa nutrizionista Martina Deleuse che si occupa della nutrizione della donna in tutte le sue fasi: dall’età fertile, alla gravidanza fino alla menopausa, non tralasciando però la nutrizione sportiva.
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Tel. +39 075 9417716
info@umbria.generalifeitalia.it
Genera Life – Umbria
Via Papa Paolo VI, 2 – 06019 Umbertide (PG)
Su il Post la Dr.ssa Federica Faustini, psicologa e psicoterapeuta del centro B-Woman, spiega come raccontare ai bambini nati dalla fecondazione con donazione di gameti le proprie origini.
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“Non esiste una regola universale uguale per tutti su quale età sia meglio scegliere per rivelare al bambino che è nato da fecondazione con donazione di gameti, spiega Federica Faustini, psicologa e psicoterapeuta del centro B-Woman”.
Dai 4 anni in poi
“Generalmente si consiglia di parlarne verso i 4 anni quando i bambini iniziano a capire che non sono sempre esistiti ma che ad un certo punto sono nati. In questo modo il bambino crescerà con l’idea e la consapevolezza di aver sempre conosciuto la sua storia e questo può essere positivo nella costruzione della sua identità”.
Come scegliere il linguaggio giusto per raccontare la nascita al bambino
“Rispetto al come dirlo è molto importante il clima emotivo che si genera intorno al tema della divulgazione, perché il modo in cui i bambini assimilano un’informazione è direttamente proporzionale al modo in cui i genitori gliela propongono. Per quanto riguarda invece il linguaggio è molto utile che non sia confusivo, ossia significa magari usare il termine donatore e donatrice anziché madre biologica e padre biologico e se il bambino è piccolo utilizzare i termini semini e ovetti anziché gameti, ovociti e spermatozoi”.
Il linguaggio se scegli di aspettare fino agli 8/12 anni del bambino
“Se invece si sceglie di aspettare fino agli 8/12 anni del bambino, il linguaggio ovviamente cambia e può essere utile spiegare al ragazzo che si può avere un legame genetico con quest’ultimo senza però esserne il genitore e che allo stesso tempo qualcuno può essere genitore senza avere una connessione genetica con il proprio figlio”.
Obiettivo finale
“L’obiettivo finale, infatti, conclude la Dr.ssa Faustini, è quello di far comprendere loro che talvolta la scienza e l’amore hanno bisogno di lavorare insieme per creare un bambino che è fortemente desiderato”.
Il peperone è un ortaggio che in Italia viene maggiormente coltivato in Sicilia, Puglia, Campania, Lazio e Calabria.