Quella al nichel è una delle più comuni allergie da contatto, spiega la biologa nutrizionista del centro B-Woman Francesca Maria Laguzzi .
“Esiste , però, prosegue la nutrizionista, anche la sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS), caratterizzata da disturbi sia dermatologici che gastrointestinali, frequentemente associati a disbiosi intestinale di tipo fermentativo, putrefattivo o misto”.
Che cos’è la Snas?
“La SNAS – continua l’esperta – è caratterizzata da una condizione infiammatoria dovuta alla deregolazione del sistema immunitario. L’esposizione al nichel è molto comune: acqua, alimentazione (cibo, stoviglie e pentolame), impianti chirurgici e materiali ortodontici sono le vie di contatto preferenziali”.
Cosa fare?
Un’alimentazione a ridotto tenore di nichel – precisa la Dr.ssa Laguzzi – migliora la situazione intestinale, soprattutto se associata a terapia probiotica con Lattobacilli e Bifidobatteri; infatti, la reintroduzione graduale dopo un periodo di esclusione si presenta come una vera e propria tolleranza.
Quali sono gli alimenti che contengono il nichel?
Alimenti che contengono ingenti quantità di nichel sono:
- frutta secca a guscio;
- semi oleosi;
- frutta disidratata;
- legumi;
- spezie ed erbe (cannella, cumino, ginepro, chiodi di garofano, ecc..);
- cereali (avena, grano saraceno, muesli, mais e germe di grano);
- ortaggi (pomodori, spinaci, asparagi, broccoli, cavoli, funghi, lattuga, ecc..);
- frutta fresca (avocado, cocco, ecc..);
- mitili;
- the, caffè, cacao, cioccolato e liquirizia.