La Rubrica “La posta di B-Woman” di novembre. Risponde la psicologa e psicoterapeuta Valentina Berruti
DOMANDA
“Gentile Dottoressa ho da poco saputo che per avere dei figli dovrò ricorrere alla fecondazione assistita e questo mi fa sentire sbagliata e diversa dalle mie amiche che non hanno avuto problemi di fertilità. Sto male e non so come reagire a questo dolore. Mi può aiutare?”
RISPOSTA
Risponde la Dr.ssa Valentina Berruti psicologa e psicoterapeuta esperta nel supporto alle coppie infertili.
“Cara Signora comprendo quanto possa essere difficile ricevere una diagnosi del genere. La tua reazione è assolutamente comprensibile. Ma è importante che tu riesca a capire che non sei sola in questo percorso. La fecondazione assistita, infatti, è una strada che molte persone affrontano e ogni percorso verso la genitorialità è unico.
È normale sentirsi sbagliate o diverse dagli altri, specialmente quando ci confrontiamo con le esperienze degli amici. Bisogna però pensare che ognuno ha la propria storia e le proprie sfide, anche se non sono sempre evidenti all’esterno. Ricorda che il percorso della fecondazione assistita non rende nessuno meno valido nel progetto genitoriale.
Il dolore che stai provando è reale e merita di essere affrontato. Potrebbe essere utile parlare con uno psicologo esperto nell’accompagnare le coppie che hanno una diagnosi di infertilità, affinchè possa aiutarti ad analizzare il significato di queste emozioni e fornirti gli strumenti per affrontarle in maniera costruttiva.
Inoltre, potrebbe essere utile connetterti con gruppi di supporto o risorse online, dove puoi condividere le tue esperienze con altre persone che stanno attraversando situazioni simili. Trovare un sostegno emotivo può essere fondamentale in questo momento.
Ricorda che ogni persona e ogni famiglia ha la propria storia e che esistono strade diverse per soddisfare il desiderio di genitorialità. Non sei sola e ci sono risorse e persone pronte ad aiutarti lungo il tuo percorso.
Ricordati: prendersi cura di questo dolore, senza negarlo, è il primo passo per volersi bene”.