Depressione durante la PMA: che fare? I consigli della psicologa

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L’infertilità è una patologia complessa, che interferisce su tanti aspetti nella vita di una persona e della sua coppia, tanto da essere difficilmente visibile e comprensibile all’occhio di chi non la vive in prima persona, oltre che difficilmente generalizzabile.

Ognuno vive infatti la sua infertilità, avverte la psicologa e psicoterapeuta del centro B-Woman, Federica Faustini.

“Tuttavia – sottolinea – c’è un’emozione che ricorre in tutte le coppie che affrontano questa esperienza e che stanno cercando la soluzione attraverso la PMA, ed è quella sensazione di profonda tristezza che si attiva ogni qualvolta ci si confronta con l’insuccesso di un trattamento, perché quell’insuccesso, soprattutto se l’ennesimo, porta la coppia a perdere fiducia, a sentirsi sempre più impotente, a sentire la paura di non riuscire a realizzare il desiderio di un figlio. In questa circostanza – continua la psicologa – è normalissimo soffrire ed è anche molto sano vivere quel dolore, perché solo se ci si dà il permesso di sentirlo lo si può superare. La cosa importante però è far sì che quel dolore rimanga circoscritto ad una parte della vita e non si estenda alla vita intera. Per farlo, dobbiamo intanto prestare attenzione a come ci parliamo e a come ci trattiamo”.

Ad esempio: come si comporta chi sta vivendo un periodo di depressione?

“Chi soffre di un periodo di depressione – ad esempio spiega l’esperta – tende ad essere molto concentrato sul proprio stato interno, si isola facilmente e tende a rimanere a letto per molte ore della giornata a rimuginare, con tendenza ad un pensiero ripetitivo e circolare. Quante volte nelle coppie che vivono l’infertilità emerge un pensiero di colpa o di fallimento? Spesso ci si sente responsabili della propria condizione o responsabili per un ciclo di fecondazione fallito. Questo sicuramente non aiuta: non solo questi pensieri non sono veritieri, ma sono anche distorti. Non si può infatti pensare di fallire su qualcosa che non si può controllare come l’infertilità e non ci si può sentire in colpa di qualcosa che non è dipeso da noi. Anche il troppo isolamento diventa controproducente”.

Cosa fare in questi casi?

“Prima di tutto – conclude la Dr.ssa Faustini – occorre fermarsi e pensare a ciò che si ha bisogno per riuscire ad affrontare questo momento della vita così faticoso. È necessario, cioè, prendersi cura di sé: ‘self-care’ significa, infatti, cose diverse per persone diverse”.
A tal proposito, ecco alcuni suggerimenti da aggiungere al nostro kit di strumenti emotivi:
1.Troviamo un luogo sicuro per parlare di ciò che stiamo attraversando: è indubbiamente faticoso condividere l’esperienza dell’infertilità e del trattamento con chi comprende ed è altrettanto doloroso confrontarsi con chi ha figli e sembra non capire ciò che si sta attraversando. Ma tutti noi abbiamo bisogno di una o più persone alle quali appoggiarsi e chiedere come vogliamo essere aiutati in questa fase così stressante. Condividere il dolore, infatti, ne riduce il peso.
2. Scriviamo ciò che facciamo fatica a dire ad alta voce: sono diversi gli studi che mostrano come la scrittura espressiva sia in grado di ridurre i sintomi depressivi nelle persone che combattono con l’infertilità. Scrivere non elimina magicamente l’ansia, ma sicuramente ha un effetto positivo sul nostro umore.
3. Cerchiamo un progetto, creiamolo, coltiviamolo, abbiamone cura: che sia personale, lavorativo, grande piccolo, individuale o di coppia, può aiutarci a combattere lo stress, a ridurre i pensieri negativi, ad avere la sensazione di poter esercitare controllo sulle nostre vite. Se riusciamo a vivere quel progetto come qualcosa di generativo e non di stressante, riusciremo a distogliere la mente dalle situazioni dolorose creando una distrazione positiva.

“Più a lungo indugiamo sulle nostre sventure, più grande è il loro potere di farci del male”
Voltaire

 


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