“Non esiste una regola universale uguale per tutti su quale età sia meglio scegliere per rivelare al bambino che è nato da fecondazione con donazione di gameti, spiega Federica Faustini, psicologa e psicoterapeuta del centro B-Woman”.
Dai 4 anni in poi
“Generalmente si consiglia di parlarne verso i 4 anni quando i bambini iniziano a capire che non sono sempre esistiti ma che ad un certo punto sono nati. In questo modo il bambino crescerà con l’idea e la consapevolezza di aver sempre conosciuto la sua storia e questo può essere positivo nella costruzione della sua identità”.
Come scegliere il linguaggio giusto per raccontare la nascita al bambino
“Rispetto al come dirlo è molto importante il clima emotivo che si genera intorno al tema della divulgazione, perché il modo in cui i bambini assimilano un’informazione è direttamente proporzionale al modo in cui i genitori gliela propongono. Per quanto riguarda invece il linguaggio è molto utile che non sia confusivo, ossia significa magari usare il termine donatore e donatrice anziché madre biologica e padre biologico e se il bambino è piccolo utilizzare i termini semini e ovetti anziché gameti, ovociti e spermatozoi”.
Il linguaggio se scegli di aspettare fino agli 8/12 anni del bambino
“Se invece si sceglie di aspettare fino agli 8/12 anni del bambino, il linguaggio ovviamente cambia e può essere utile spiegare al ragazzo che si può avere un legame genetico con quest’ultimo senza però esserne il genitore e che allo stesso tempo qualcuno può essere genitore senza avere una connessione genetica con il proprio figlio”.
Obiettivo finale
“L’obiettivo finale, infatti, conclude la Dr.ssa Faustini, è quello di far comprendere loro che talvolta la scienza e l’amore hanno bisogno di lavorare insieme per creare un bambino che è fortemente desiderato”.