Alcuni studi sostengono che lo stress a lungo termine inneschi nel corpo una reazione di “lotta o fuga”, ovvero un’azione vasocostrittiva attraverso la quale avviene una riduzione del flusso sanguigno nell’ovaio e negli organi “minori” per essere canalizzato nel cuore e ne cervello: questo meccanismo è stato considerato come un possibile modello esplicativo del modo in cui lo stress interferisce con la fertilità (Meldrum et. al.,2016).
Come però abbiamo sottolineato più volte, è difficile determinare se e in che misura lo stress interferisca con la fertilità.
Quali sono gli strumenti più efficaci per gestire l’ansia: il più studiato e utilizzato la Mind Body per l’infertilità
Lo scopo di questo articolo è evidenziare quali strumenti sembrano essere più efficaci nella sua gestione.
Uno degli interventi che è stato più ampiamente studiato è la Mind Body per l’Infertilità (Domar et al.,2000).
In cosa consiste la Mind Body
La mind body insegna alle coppie una serie di tecniche che aiutano a gestire in modo meno faticoso il percorso di PMA.
Nello specifico insegna a chi vive l’esperienza dell’infertilità a riconoscere come la nostra mente tenda a creare storie sulla nostre vite, aiuta a diventare consapevoli che la propria storia è qualcosa che ci raccontiamo in quel momento e non una verità assoluta, in questo modo le persone sono in grado di prendere le distanze dalla mente, notano la storia in quanto tale senza lasciarsi assorbire da questa. Insegna tecniche di consapevolezza che aiutano ad affrontare alcuni momenti particolarmente faticosi del percorso come le attese e la paura del fallimento, aiuta a riconoscere le nostre esperienze come parte della più ampia esperienza umana. Insegna alle coppia come uscire dal senso di intrappolamento e di sconfitta che generalmente si attiva quando non si riesce a realizzare il desiderio di genitorialità, aiuta ad essere gentili con se stessi piuttosto che essere duramente autocritici e a riconoscere l’imperfezione e il fallimento come parte dell’esperienza umana invece che come qualcosa di esclusivamente personale, incoraggia i partner a ridisegnare “la mappa della loro vita relazionale” per attivarsi nella realizzazione di nuovi obiettivi oltre quello legato alla genitorialità.
Alcune strategie che vengono suggerite, nella pratica, alle coppie durante questo percorso
- Essere consapevoli di quali fattori innescano lo stress. Sapere cosa accende i pulsanti del nostro stress, ci aiuterà a prevenirlo o a ridurlo in futuro. Un modo per notare lo stress fisico è osservare la tensione nelle spalle. Un modo per monitorare lo stress mentale è rendersi conto ad esempio di quella voce interiore negativa che ci fa sentire costantemente arrabbiati per non poter avere un bambino, o giudicanti verso noi stessi che non avremmo dovuto aspettare cosi tanto.
- Non sentirsi sbagliati per ciò che si sta vivendo: l’infertilità e la PMA, eventuali pressioni del partner o della famiglia, la medicalizzazione della propria sessualità, la presenza di medici e tecnici, test e procedure, farmaci ed effetti collaterali spiacevoli, le decisioni difficili da dover affrontare, generano angoscia, agitazione, tensione, insofferenza e inquietudine e devono essere lette come tali, ovvero come le risposte di una persona mentalmente sana e normale che sta affrontando un percorso fatico per cercare di avere un bambino.
- Costruire un ponte con i propri familiari. Quante volte capita di arrabbiarsi con i propri familiari perché ci si sente poco compresi o poco considerati, o al contrario troppo invasi da un’eccessiva presenza o da domande sul percorso. In questi casi può essere utile chiedere come si vuole essere aiutati, far sapere agli altri come possono esserci utili e di supporto, far sapere alle persone cosa vorremmo da loro e stabilire quando e su cosa informarli durante il percorso è un ottimo modo per prendersi cura di noi stessi attraverso le relazioni.
- Concedi al tuo partner il permesso di vivere emozioni differenti e poter gestire il percorso in modo diverso da te. Provare a far sentire il proprio partner come ci sentiamo noi o dare per scontato che “possa leggere” i nostri stati d’animo può essere controproducente.
- Se sentiamo il bisogno di rinunciare ad eventi dolorosi come riunioni familiari, compleanni di bambini, se si desidera essere abbracciati o lasciati soli per qualche minuti o ascoltati senza ricevere commenti o risposte dall’altra parte è necessario chiederlo. Chiedere significa esporci alle nostre vulnerabilità, talvolta può significare non ottenere ciò che si desidera, ma sicuramente aumenta anche la probabilità di ottenere ciò che si vuole.
- Cerca di trasformare la tua ansia in energia. Non è detto che l’ansia sia sempre dannosa, a volte può rappresentare il motore per attivarci in nuove cose: può essere occuparci di noi in modo diverso, impegnarci in una nuova attività, dedicarsi ad un progetto rimasto in sospeso, riprendere in mano qualcosa che è stato trascurato in passato.
- Utilizza vecchie strategie. Prova a pensare ad altri eventi critici che hai attraversato nel passato, Come sono stati affrontati allora? Cosa ha funzionato in quel momento. Ad esempio lasciarsi aiutare da amici o familiari, oppure attivarsi nella risoluzione del problema, ottenere maggiori informazioni, costringersi a concentrarsi su una cosa alla volta, rimuovere eventuali doveri o pressioni, abbassare le nostre aspettative, chiedere un supporto psicologico, trovare un modo per trasformare il negativo in qualcosa di positivo, vedere una parte del fallimento come opportunità, meditare o pregare, fare yoga.
- Prova a prestare maggiore attenzione ai pensieri negativi che ti passano per la testa. Ad esempio: Pensiero negativo: “Non rimarrò mai incinta”. Riporta il pensiero ad un piano di realtà: il fatto che oggi non abbia un figlio non significa che non lo avrò mai; In questo momento sto sperimentando la difficoltà nell’ avere un bambino, ma sto facendo il mio meglio per darmi un’opportunità in più. L’obiettivo non è ingannare te stesso con false rassicurazioni, ma quello di contrastare il pensiero catastrofico con una visione più oggettiva della situazione.
- Presta attenzione agli inutili “dovrei” che stai scaricando su te stesso: “Non dovrei mai fallire in niente.” “Il mio corpo dovrebbe funzionare sempre perfettamente.” “Avrei dovuto provare a rimanere incinta cinque anni fa.”
- Riesci a pensare ad alcune risposte più compassionevoli a queste affermazioni, o al tipo di risposte che potresti sentire da una persona gentile? Che tipo di risposte potresti dare a un amico se fosse al tuo posto?
- Riporta la tua vita sessuale su un piano di spontaneità: se dovessimo chiedere ad un sessuologo in che modo una coppia felicemente sposata con una buona intesa sessuale potrebbe rovinare deliberatamente la loro intimità, la risposta sarebbe qualcosa del tipo: “Dì loro di ignorare i loro segnali interni e di prestare attenzione solo ai segnali esterni che dicono loro quando avere rapporti e quando no. Questo è ciò che accade quando una coppia si sottopone a un trattamento per l’infertilità.Una strategia che potrebbe rivelarsi utile per la coppia in questa fase, può essere quella di dividere l’attività sessuale finalizzata al concepimento nei periodi fertili e quella finalizzata al piacere nel periodo del mese più lontano dalla propria “finestra fertile”. In questo modo la coppia non avendo aspettative sull’ottenimento della gravidanza, riuscirebbe a viversi la propria intimità più come un piacere che non come un compito orientato ad uno scopo.