Quanto spesso ci capita di leggere su riviste, blog, forum, frasi standard su come risolvere i problemi di coppia come se esistesse una ricetta preconfezionata valida per tutti?
Come ben sappiamo ogni coppia è diversa dalle altre e ciascun membro della coppia è un essere differente dall’altro ed è proprio questa differenza a creare intimità. Lo afferma David Schnarch psicologo e sessuologo che nel suo libro “La passione nel matrimonio” afferma come l’intimità di coppia non si basi sulla conferma, sulla fiducia reciproca e sull’accettazione, ma al contrario, sul conflitto, sull’autoconferma e sulla rivelazione unilaterale, non dobbiamo quindi aspettarci di essere accettati, confermati oppure non messi in discussione per aprirci all’altro, ma siamo noi stessi individualmente a renderci intimi nella relazione mantenendo il nostro senso di identità senza esserne inghiottiti , né senza aspettarci una totale remissione da parte del nostro partner. Quanto detto suona più o meno cosi: “Non mi aspetto che tu sia d’accordo con me; non sei stata messa/o sulla faccia della terra per confermarmi e rinforzarmi: Ma voglio che tu mi ami – e non puoi realmente farlo se non mi conosci. Non voglio il tuo rifiuto – ma devo affrontare questa possibilità se devo sentirmi accettata/o o sicura/o con te” (Schnarch,2001).
Abbracci
Un modo potentissimo per tradurre tutta questa teoria in un comportamento pratico è l’abbraccio.
Abbracciatevi fino a rilassarvi afferma Schnarch, perché è nell’abbraccio che una coppia riesce a sentire quanto contano vicinanza interiore e distanza, è lì che risiede il vero erotismo e che viene enfatizzata la voglia d’amore di due persone innamorate.
Condivisione
Ma intimità è anche condivisone, condivisione positiva per l’esattezza, troppo spesso, soprattutto nelle relazioni più durature , tendiamo a dare tutto per scontato, a non prestare attenzione alle piccole cose, a trascurare i bisogni della coppia, un modo per focalizzarsi sugli obiettivi comuni ad esempio è la proiezione positiva, immaginare e condividere a voce alta attraverso visualizzazioni esplicite, i sogni, i desideri legati alla coppia anche se non realizzabili nell’immediato, rappresentano un ottimo modo per focalizzarsi sugli obiettivi comuni, cosi come la condivisione emotiva, se ci prestiamo attenzione ci renderemo conto che a fine giornata ala domanda: come è andata oggi? molti di noi tendono ad elencare principalmente le cose negative che ci sono accadute, con tutto il bagaglio emotivo che ne consegue: rabbia, dispiacere, dissenso. Un modo che invece rinforza il benessere nel rapporto è provare a fare l’esatto opposto, provare quindi a raccontare per qualche giorno solo gli eventi positivi, anche quelli buffi o che possono sembrare banali e scontati e vedere come questo potenzi la voglia di stare insieme.
Ascolto
L’altro polo della condivisione emotiva positiva è l’ascolto, l’ascolto empatico, quello vero e profondo, dove lasciamo spazio all’altro di dire ciò che lo fa soffrire o che lo disturba o che lo spaventa senza interromperlo, senza dover dire necessariamente la nostra avendo la presunzione di trovare subito una soluzione al problema presentato e rischiando in questo modo di non capire ciò che l’altro sta tentando di esprimere.
Consigli B-Woman
Spesso in terapia propongo alla coppia l’ascolto in silenzio per almeno tre minuti, esortando entrambi i partner a riproporre l’esercizio a casa per una settimana, in genere la differenza sia nella condivisione che nell’ascolto, viene notata subito da parte di entrambi, diventano quindi consapevoli di quanto effettivamente talvolta basti poco per colmare una distanza dettata più dalla poca attenzione, che non da una reale lontananza tra i due.